sabato 12 dicembre 2015

Il mio dicembre lento

C'è un lago, vicino a casa mia.
Non sto parlando del lago che fa parte del nostro paese, uno specchio verde abbracciato stretto da una montagna piena di alberi.
Sto parlando di un altro, un po' più in la'. Ma neanche tanto.
Un lago molto più grande, dove lo sguardo può finalmente distendersi e allargarsi e vagare libero per un tratto, fino alle sue sponde lontane.
E' un lago dove dall'altra parte vedi i campanili delle chiese, alti e con il tetto a punta, come gnomi in punta di piedi, pronti a gridare "siamo qui!".
E' un lago dove, se si è fortunati, si vede passare un piccolo battello, tutto illuminato da tante lucine colorate, come mi immagino siano i battelli che scivolano leggeri sulla Senna, se solo ne avessi visto uno.
E' un lago che, se ci vai al tramonto, vedi il sole arancione che ci si tuffa dentro, come una fetta biscottata nel tè.

Volevo andare in città  a guardare le vetrine illuminate.
Poi però ho pensato di venire qui.
Perché c'ero passata ma non mi ero mai fermata. 
Non avevo mai guardato.
E quello che ho visto mi ha trasmesso un grandissimo senso di pace che mi ha accompagnata per il resto della giornata.
L'ultima delle quattro di questi giorni di festa.
Che erano iniziate con l'arrivo della mia nipotina di cinque anni, un orso di peluche sotto un braccio e uno zaino nell'altro.
Di quei due primi giorni ricordo i balli scatenati sulle musiche natalizie mentre cercavamo di addobbare la sala.
I silenzi a pranzo, occhi bassi per paura di essere sgridati.
Le unghie di tutti i colori, gli gnocchi e il pigiama party.
"Frozen" lasciato a metà e i cioccolatini.
Dormire insieme, con un orso in mezzo e un coccodrillo dietro la schiena. I leggins scozzesi e i piedi nudi.
E quando è venuto il momento di tornare a casa, Bianca ha voluto seguirla, per trascorrere insieme un altro giorno ancora.
E mentre io ricominciavo a respirare, trovando finalmente il tempo per fare una passeggiata, per impacchettare il regalo ad una sconosciuta, per andare a messa col buio, fermandomi sul sagrato a guardare in su, verso il campanile illuminato a pensare alla magia di dicembre, mi sono accorta che la felicità a volte sta proprio dove meno te la aspetti, in un sabato sera qualsiasi, passato a casa con tre bambini urlanti e il profumo della pizza, un albero di plastica con i rami appiccicati e i pupazzi di tre re magi che ti guardano dalla poltrona.
Buon dicembre lento a tutti voi.
Raffaella
La casa vicino al treno