martedì 26 aprile 2016

Notizie da qui: Il mio piccolo grande sogno

Parte prima


Scusa.
E' la prima parola che mi viene in mente se penso a un nuovo post da scrivere.
Scusa a te, lettore, se è da tanto che non hai mie notizie. Oppure se sei nuovo e non hai ancora potuto leggere un mio post.
Scusa, caro mio amatissimo blog, se è da un po' di tempo che ti trascuro ma ho avuto da fare.
Se entrambi avrete voglia di starmi ad ascoltare, ecco cosa ho fatto in questi mesi.


Tutto è cominciato una fredda mattina di dicembre, dopo aver accompagnato Bianca a scuola. Ho incontrato mia cognata e, stretta nel mio piumino lungo, sono rimasta un po' lì con lei a chiacchierare. Tra tante altre cose, ad un certo punto, le è venuto in mente che non aveva ancora pensato ai regali di Natale per le sue colleghe insegnanti, e mi chiede se avevo qualche oggetto carino che potrebbe fare al caso suo.
Resto un attimo stupita, sono cinque anni che ho smesso di creare oggetti artigianali, ma la invito ugualmente a casa mia per un the, quel pomeriggio, e intanto penso che proverò a vedere se  mi è rimasto qualcosa. Lei non sapeva, e in quel momento non me lo ricordavo neppure io, che è da circa un mese che mi è tornata la voglia di dipingere e che ho preparato dodici sfere di legno, raffiguranti alcuni degli animaletti che vivono nei boschi attorno a casa mia e che mi capita di incontrare durante le mie passeggiate.



Quel pomeriggio, prima che mia cognata arrivi, scendo in taverna e vado a cercare quello scatolone impolverato che conservo in cantina, sotto gli scaffali pieni di pezzi di legno grezzo e stoffe.
Per fortuna l'ho chiuso bene e dentro trovo intatti tutti quegli oggetti che avevo preparato cinque anni prima, quando Bianca era piccola, e che avevo affidato a una mia amica perché il portasse, insieme alle sue creazioni, ad alcuni mercatini di Natale di zona.
Purtroppo all'epoca non aveva venduto niente e io avevo abbandonato le speranze di poter lavorare da casa occupandomi contemporaneamente dei miei bambini.
Ho tentato altre strade, ho seguito corsi sia online che offline, di qualcuno ve ne ho già parlato in precedenza, ma non si è mai concretizzato nulla, si vede che quelle strade non erano le mie.


Quel pomeriggio però le cose erano destinate ad andare diversamente. Dato che mia cognata tardava, ho avuto tempo per allestire, sul tavolo delle mia sala, una piccola esposizione, disponendo una accanto all'altra le borse di panno e di iuta, le spille, i nuovi ciondoli e alcuni oggetti in legno, in particolare gli angeli, che tanto avevo amato dipingere. Tutto molto colorato e molto country, un po' diverso dallo stile che sto cercando ora, ma quello avevo e quello ho cercato di proporre nel migliore dei modi.


Le cinque erano abbondantemente passate, il the si raffreddava e io stavo quasi per bermelo da sola quando mi arriva la telefonata in cui mia cognata mi spiega che è stata richiamata a scuola per un'emergenza, e che pertanto non potrà venire.
Pazienza, mi dico, la inviterò domani.
Ma mentre stavo per rimettere tutto dentro allo scatolone, mi viene l'idea di fare qualche foto, il mio tavolo è così allegro e natalizio che mi dispiace smontarlo senza che nessuno lo veda, e poi così domani lo potrò allestire allo stesso modo. E subito dopo mi viene anche l'idea di provare a mandare queste foto ad alcuni amici su whatsapp, non si sa mai. Non mi so spiegare perché l'abbia fatto, non ci ho pensato, l'ho fatto e basta.
Due minuti dopo mi risponde una mia amica, dicendomi che è interessata a prendere tre borsette perché deve fare dei regali. Mezz'ora dopo sono da lei con le borse, che compra subito.
Il giorno dopo riesco a vedere mia cognata, che prende due spille, una borsa e una collana con ciondolo.
E da quel primo giorno, in una catena di eventi tutti collegati tra loro e indipendenti dalla mia volontà, persone che mai avrei pensato potessero aiutarmi hanno risposto positivamente ai miei messaggi e hanno acquistato le mie creazioni per i loro regali.
C'è chi mi ha fatto fare apposta un angelo di legno dipinto con il nome di un bimbo appena nato, e chi - dopo avermi detto di si per una borsa -  ne ha prese tre.
Sono e sarò sempre infinitamente grata a tutte queste persone perché non solo hanno fatto in modo che io realizzassi il piccolo sogno che avevo per Natale - guadagnare abbastanza per comprare i regali di Natale per mia figlia Bianca e anche alcuni vestitini che le servivano prima - ma anche perché mi hanno dato la possibilità di capire cosa voglio fare nella vita, cioè esprimere sempre la mia creatività realizzando oggetti di legno e stoffa, che rappresentino me e il mio mondo, quello che circonda la "Casa vicino al treno".
Certo mi ci è voluta una certa dose di coraggio e di faccia tosta per contattare conoscenti che non sentivo da tempo, a volte mi sono vergognata da morire, altre una voce  nella mia testa mi ripeteva di continuo " ma cosa stai facendo..."
C'è chi non mi ha neppure risposto, tanti invece mi hanno detto che era tardi e che avevano già pensato a tutti i regali.
E in effetti tardi era, perché tutto questo è successo nei dieci giorni prima di Natale, e per me è stato tutto come una favola.
Ogni giorno avevo qualcuno da incontrare, oggetti da modificare o qualcuno nuova da creare, pacchetti da preparare. Spesso avevo da lavorare anche la sera.


E anche se quando tutto questo è finito, dopo i giorni di festa, ero esausta, non sono mai stata più felice e orgogliosa per qualcosa che avevo creato con le mie mani e ho deciso di impegnarmi ogni giorno perché questo "miracolo" possa accadere di nuovo.
Per questo da gennaio ho ripreso confidenza con la mia macchina da cucire e ho provato a realizzare qualcosa di nuovo.
Ma questa è un'altra storia, che ha bisogno di un altro post per essere raccontata e di altre foto per esserne accompagnata.
Grazie per esservi fermati qualche minuto e avermi letto.
Vi abbraccio forte.
Raffaella
La casa vicino al treno