venerdì 12 dicembre 2014
Io sono abbastanza
"Dovrei chiedere scusa a me stessa per aver creduto sempre
di non essere abbastanza"
(Alda Merini)
Perché noi donne pensiamo sempre di non essere abbastanza?
Di non essere all'altezza, di valere meno degli altri?
O per dirla con Katherine Pancol:
"Le donne si sottovalutano. Il 99,9% pensa sinceramente di non valere un accidente. Di essere solo da buttare ai cani [...]. Si considerano troppo stupide, troppo grasse o pusillanimi. E tanto vale che io vi dica subito che faccio parte di quel 99,9%".
( Un ballo ancora)
Perché vorremmo fare mille cose e non siamo quasi mai soddisfatte di noi? Perché ci confrontiamo con le altre uscendone spesso - ai soli nostri occhi - sconfitte?
Questa mattina mi sono svegliata prima del solito.
Di norma sono una dormigliona, quando suona la sveglia apro un occhio solo, il minimo indispensabile, mentre l'altro continua a dormire fino al momento della colazione.
Un primo barlume di consapevolezza mi raggiunge mentre mangio e, a quel punto, mi accorgo che sarei già dovuta uscire e corro, corro, corro.
Oggi, dopo aver quasi lanciato mia figlia nell'atrio della scuola col terrore che il portone si chiudesse prima che fosse atterrata dentro, mentre tornavo affannata, col fiato che usciva a nuvolette storte, l'ho incontrata.
La mia amica Wondergabry. Bellissima.
Truccata, pettinata, neanche un capello fuori posto.
Sono stata molto felice di incontrarla, non fraintendetemi.
Ma nel vederla mi sono sentita pulciosa. Si, pulciosa.
Mi sono vista dall'esterno: con un cappello di lana con pon-pon e pelucchi sparsi, senza trucco, piumino lungo con sotto due maglioni che mi inibivano non poco i movimenti, guanti senza dita e stivali di pelo. Mi sono un po' vergognata.
Infatti dopo sono corsa a casa a truccarmi e a cambiarmi le scarpe, già che c'ero ho tolto pure un maglione, prima di correre - ero già in ritardo- a un colloquio con i prof. di Pietro.
Ma il punto è:
Perché facciamo così tanta fatica ad accettarci e ad amarci per quello che siamo?
Più tardi, mentre facevo yoga, ci ho pensato e ho deciso che mai più penserò di non essere abbastanza. L'ho deciso: accettarsi e amarsi dipende solo da noi, non dagli altri o da condizioni esterne.
Per citare ancora la Pancol:
"Accetto i miei limiti, e me ne vanto. E' questa la vera arte di vivere: sapere chi sei, per non imitare nessuno, essere se stesse e fiorire nel territorio che ti sei conquistata."
Secondo me, per imparare ad accettarci, potremmo cominciare facendoci un regalo. Ma si! Per questo Natale potremmo fare un regalo a noi stesse.
Ma non un regalo qualsiasi. Regaliamoci proprio quello che abbiamo sempre desiderato e non abbiamo ancora avuto il coraggio di donarci. Ecco, questo è il mio augurio per Natale.
Mi auguro che Francesca trovi sotto l'albero una vera tastiera per poter suonare la sua musica, quella che sognava da bambina e non ha mai avuto, quella che dopo una vita di lavoro non ha mai osato comprarsi.
Mi auguro che Elena trovi invece un mazzo di chiavi, quelle dell'appartamento che ha ricevuto in eredità e ha messo a posto, senza aver mai trovato il coraggio di andarci a abitare da sola.
Che Luciana frequenti quel corso di cucina e dia davvero una svolta alla sua vita, dopo che la sua vita l'ha presa a calci.
E mi auguro che la mia amica Gabry trovi il tempo per scrivere e per leggere, perché sono sicura che è molto più brava di me ( emm....io mi amo, mi amo e sono fantastica! Brava vero? Tutta questione di esercizio. Meglio provare ancora: io mi amo...).
E magari anche il tempo per un bel massaggio.
A tutte le mie amiche e a tutte le donne meravigliose che non conosco, che si svegliano presto tutte le mattine cercando di cancellare come meglio riescono i segni delle occhiaie, che corrono tutto il giorno, ma non dietro ai loro sogni, auguro che trovino, ogni giorno, un po' di tempo per imparare ad amarsi. O perlomeno a volersi bene.
E se sono stata troppo sdolcinata in questo post, abbiate pazienza, è quasi Natale e sento aria di neve. E sono profondamente stanca di tutte le notizie brutte, di tutta la cattiveria e la miseria e la crisi che ci propinano ogni giorno su tutti i media.
Mettetevi il cuore in pace. Non ho ancora finito.
Un abbraccio stretto, ma stretto stretto. Di cuore.
Ecco, ora ho finito.
Have a nice day .
Raffaella
La casa vicino al treno
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