sabato 20 dicembre 2014

Quel che resta del giorno e dell'amore per i libri

 
 

Quest'anno l'ho cominciato leggendo Quel che resta del giorno di Kazuo Ishiguro e grazie a questo libro ho partecipato al mio primo incontro con un gruppo di lettura, che mi è piaciuto moltissimo.
Ho amato questo libro e mi sembrava giusto che fosse anche l'ultimo libro di cui parlare quest'anno, un modo di chiudere il cerchio. Questa la storia.



Approfittando di pochi giorni liberi, il maggiordomo inglese Stevens compie un viaggio di piacere in Cornovaglia, sia per conoscere parte del suo Paese, sia per incontrare, forse per l'ultima volta, Miss Kenton, sua ex collega di lavoro. Entrambi, infatti, hanno lavorato per molti anni gomito a gomito nella grande casa di Darlington Hall, come maggiordomo e governante, condividendo successi e problemi, piccole gioie e grandi dolori.
E' un meraviglioso affresco dell'Inghilterra dagli anni Trenta agli anni Cinquanta quello che si delinea in questo romanzo, visto dall'occhio privilegiato di un professionista che ha visto sfilare in quella nobile dimora tutte le personalità più rilevanti dell'epoca.
Mr Stevens, durante questo viaggio, ha per la prima volta il tempo di riflettere sulla sua vita e di ripercorrerne alcune tappe; ogni ricordo è un tassello che ci aiuta a ricostruire la personalità di quest'uomo integerrimo, rigido, scrupoloso, attento, completamente dedito a ogni aspetto della sua professione.
Dire di più sarebbe togliere parte del piacere della scoperta di quest'opera straordinaria per profondità e delicatezza.
Mi sento solo di dire che la scena in cui Mr Stevens assiste, suo malgrado e dietro ad una porta, al pianto di Miss Kenton è una delle scena d'amore più struggenti mai scritte.

Questo libro è notevole anche per il linguaggio ricercato, elegante, misurato e cortese, a tratti persino ironico; sembra di fare una lunga e garbata conversazione con Mr Stevens.
E' un libro che lascia il segno e che manca, una volta finito.
Se ci ripenso, mi mancano le atmosfere sospese, il lento scorrere del tempo, la campagna inglese - soprattutto quando piove -, la grande casa silenziosa e i domestici, ognuno intento al proprio lavoro.


Amo i libri. Li amo proprio. Non riesco a immaginare una vita senza di loro. I libri mi hanno permesso di volare lontano, quando non mi piaceva stare dove stavo, mi hanno mostrato altri modi di vivere e di pensare. Dai libri mi sono sentita capita, come da nessun altro mai, ho trovato rifugio e consolazione.
Per questo, quando posso, regalo libri. Per condividere con chi mi sta accanto una gioia pura. Per regalare felicità.


Leggere non è mai un atto passivo, i libri non si subiscono. E' un'attività complessa che richiede la nostra piena partecipazione; quando leggiamo ci mettiamo dentro la nostra visione della vita, i nostri ricordi, le nostre emozioni. Possiamo essere d'accordo o no con l'autore, possiamo venire catturati in un altro mondo oppure la magia potrebbe non funzionare con noi in quel momento: ma, in ogni caso, saremo sempre noi a decidere, a dare il permesso a una storia di portarci lontano, di farci emozionare, di farci crescere, di farci scoprire parti di noi ancora inesplorate, ma mai, mai questo potrà avvenire senza il nostro consenso (come invece avviene ogni giorno con la tv, che ci martella di immagini negative che ci entrano sottopelle). Per questo chi ama leggere vorrebbe condividere la sua gioia con altri.
Il mio sogno è che da questo blog nasca un giorno un bookclub per poter scambiare libri e opinioni, consigli e idee.
Chissà che non si avveri.
Buon sabato, vi abbraccio.
Raffaella
La casa vicino al treno


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