venerdì 6 febbraio 2015

Quello che mi piace dell'inverno

 
L'avevano detto e alla fine è successo.
La neve è arrivata.
Ha cominciato a cadere prima timidamente, un fiocco alla volta, poi sempre più decisa. Si è posata dapprima sugli alberi, sulle siepi, sui cespugli e ha colorato tutti gli arbusti che incontrava sul suo cammino e infine ha deciso di rimanere attaccata al suolo, una bianca coperta che protegge tutto quello che c'è sotto.
Con la neve cambia tutto. Fa sempre freddo ma è un freddo diverso, c'è un'aria pulita, vien voglia di uscire.
Sul prato il bianco è interrotto solo dal nero dei merli, col becco vivace, che cercano cibo, bricioline solitarie.
Un pettirosso, sul davanzale, mi guarda fisso attraverso il vetro della cucina, sembra chiamarmi, alzati ed esci.
Va bene arrivo, il tempo di mettermi scarpe robuste, guanti e cappello. L'ombrello no, non lo prendo mai, anche se una pioggerellina sottile inizia a scendere piano.
Scic sciac, scic sciac gli scarponi sulla strada.
Nessun rumore, solo il fruscio delle mie suole e tutto questo silenzio che mi circonda che pare scoppiarmi addosso.
Un bianco abbagliante abbraccia ogni cosa ma le cime delle montagne no, quelle non si vedono più, una sorta di nebbia o forse delle nuvole basse le hanno avvolte, nascondendole.
Sorrido quando vedo le buffe impronte di un uccellino sulla neve davanti a me. C'è passato solo lui di qui, per ora.
L'acqua del torrente continua a scorrere, indifferente alle vicende di chi gli passa accanto.


 
Quando imbocco una strada fatta tutta di villette in fila, spalla a spalla, sento il raschiare metallico delle pale sui vialetti e il tonfo della neve gettata lontano, poi.
Uno, due, tre sagome in guanti e cappello di lana che sollevano e lanciano neve.
Nel frattempo il naso mi si è gelato e sento poco le mani, ma le gambe continuano ad andare e non vogliono fermarsi.
Allora proseguo verso il bosco, bianco sotto e bianco sopra, bianco intorno e silenzio totale. Arrivo fino al primo maneggio, non si vede nessun cavallo ma mi accorgo di avere freddo, la pioggia, anche se non la sento, continua a cadermi addosso.
Torno, serena e con la mente sgombra.
Lascio fuori le scarpe ed entro.
La mia casa mi accoglie sorridente, mi abbraccia col suo calore.
Quello che mi piace dell'inverno è molto più di questo ma,in fondo, anche dentro a un momento così c'è tutto quello che ci serve per essere felici.
Raffaella
La casa vicino al treno


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