mercoledì 18 marzo 2015

E ora...che faccio?

 
Il desiderio, prima.
Un desiderio forte, preciso. Impossibile da non ascoltare.
Il progetto, dopo.
E l'impegno, per sei settimane e più.
Il divertimento e la difficoltà, nel mezzo.
La fatica e i dubbi e la sfiducia nella prova finale.
La sorpresa di venire apprezzata.
E la soddisfazione di aver fatto tutto quello che era nelle mie possibilità.
Sapere che non avrei potuto fare più di così.
Bene.
E ora, che faccio?


Sarà  capitato anche a voi.
Quel momento in cui un progetto finisce, un percorso di studi si conclude o avete appena terminato un corso, come nel mio caso; una porta si chiude e un'altra non si è ancora aperta.
Quel momento di quiete, di stasi, di calma apparente.
Ecco io, quel momento lì, non lo sopporto proprio.
Ho bisogno di avere sempre un obiettivo, un traguardo, una meta da raggiungere. Oltre alla vita normale, alla routine di mamma e casalinga, che è il mio lavoro principale, per ora.
Mi piace avere un progetto concreto a cui pensare mentre faccio altro e a cui dedicare tutti i momenti che riesco a ritagliare nella mia giornata in corsa.
Non mi sono neppure ammalata, quest'inverno, per ora - incrocio le dita- secondo me proprio perché sono stata completamente assorbita da un progetto che ho molto amato.
E ora che tutto è finito, quello che rimane è un senso di vuoto.
Un vuoto da riempire.
Però, prima di correre verso la prossima meta, di affannarmi verso il prossimo obiettivo voglio godermi questo momento.
Fermarmi e osservare.
Guardare il vuoto, prenderci confidenza, farci amicizia.
Guardarmi dentro.
E guardarmi attorno.
Perché credo che quando vuoi con tutte le tue forze raggiungere un sogno, a cui credi ciecamente, tutto trama per fartelo raggiungere.
Se è quello giusto.
Bisogna solo aprire gli occhi. E le orecchie.
E, a volte, se si è fortunati, una parola ascoltata per caso, una frase letta distrattamente può indicarci la via.
Per me, sino ad ora, è stato così.
Seguivo solo food blog quando, in uno di questi, ho visto che l'autrice avrebbe anche insegnato in un corso on-line per food writer. Mi sono iscritta. Mi sono divertita e  ho imparato molte cose. Ma soprattutto ho capito che non era l'amore per il cibo ad avermi portata lì. E a causa di quel corso ho conosciuto una scuola di formazione e quest'anno ho seguito un altro corso, questa volta più specifico e più vicino ai miei veri interessi.
Le cose migliori nascono per caso.

 

Nel frattempo osservo. Medito e osservo.
E guardo il mio salice che si apre al sole.
Prima c'erano solo rami apparentemente secchi.
Poi piccole gemme rossicce.
Ora si stanno aprendo e presto nasceranno tante foglioline verde brillanti a forma di cuore.
Anche quando tutto sembra immobile sotto c'è la vita.
Buona metà settimana.
Raffaella
La casa vicino al treno









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