mercoledì 16 settembre 2015

Ritorno a casa


Avevo immaginato un'estate diversa.
Saremmo dovuti andare al mare ma in un posto nuovo, magari in un villaggio.
Poi, però, il caldo assurdo di quest'estate ha fiaccato la mia voglia di fare e di organizzare.
E così, come ogni anno, ci siamo ritrovati in Liguria, stessa spiaggia, stesso mare.
Ci abbiamo messo una settimana buona per riprenderci, per ricominciare ad uscire, passeggiare, nuotare. Per ricominciare ad apprezzare un tramonto, i gabbiani, la compagnia degli amici.
La seconda settimana è stata caldissima e se n'è andata via veloce tra tuffi e giochi in spiaggia - loro - ricerca spasmodica dell'ombra e di ogni più piccolo alito di vento - io.
La terza abbiamo avuto ospiti, poi erano gli ultimi giorni per mio marito e sono anch'essi volati con intense giornate in spiaggia.

In breve: cos'ho fatto quest'estate? Niente.
Non un viaggio in un posto sconosciuto, non la conoscenza di persone nuove, nessuna gita.
Però ho osservato, tanto.
Ho guardato il mare, per ore. 
Da casa, dalla spiaggia, dalla strada. 
Ho ascoltato la musica ritmica del suo respiro eterno.
Ho imparato a riconoscere i venti, dal loro primo apparire, poco più che un refolo sulla pelle, fino alla loro forza violenta, che strapazza tutto quello che trova sulla sua strada.
Mi sono fatta maltrattare da un Libeccio incattivito e mi sono stretta forte nell'asciugamano, quando si levava il Maestrale.
Ho guardato cieli di ogni tipo cambiare velocemente davanti ai  miei occhi. Ho visto buffe nuvolette sospese sul mare e tre arcobaleni. Ho visto grosse nubi cariche di pioggia avanzare lente dalla montagna. 
Ho osservato i gabbiani e ho amato il loro planare attraverso le correnti, immobili, senza sbattere le ali e ho avuto la grande fortuna di vederne uno che mi è passato in volo sopra la testa con un pesce nel becco, seguito da altri due che lo chiamavano a gran voce.
Ho vissuto momenti di fusione con la natura, abbracciata dal mare, accarezzata dal vento, illuminata dal sole,massaggiata dalla sabbia, intrattenuta dai gabbiani, distratta dalle nuvole, divertita dai pesciolini che mi guizzavano accanto.
Non ho fatto niente. 
Proprio quello che non riesco mai a fare durante l'anno, tra una corsa e l'altra dietro ai miei bambini ( questa volta correvano da soli, io li guardavo da lontano).
Passato un primo momento di ansia - oddio non ho fatto niente, ma proprio niente quest'anno - se dovessi fare un bilancio, direi che sono partita completamente a terra e sono tornata piena di energia. E non mi sembra un risultato da poco.

In questo momento, mentre scrivo, se guardo fuori dalla finestra vedo solo verde. Di tutte le sfumature, chiaro, scuro, brillante.
Un verde intenso e pulsante bagnato dalla pioggia.
Questa è la mia casa ed è qui che voglio vivere.
La vera vacanza, per me, comincia ora.
Buona continuazione di giornata, vi abbraccio.
Raffaella
La casa vicino al treno     

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